Viaggio in Bolivia con Tour 2000

Appena tornata dalla Bolivia, faccio fatica a trovare le parole giuste. Eppure una frase mi accompagna da quando ho messo piede in questo angolo straordinario del Sud America: la Bolivia è diversa da qualsiasi cosa si possa immaginare.
Un viaggio con Tour 2000, curato nei minimi dettagli, che si è rivelato non solo un itinerario, ma una vera esperienza dell’anima, un'immersione nella Bolivia più autentica e potente.

Il nostro viaggio è partito con il botto: il Salar de Uyuni, il deserto di sale più grande del mondo. Camminare su quel manto bianco, brillante, che si perde a vista d’occhio, è stato come trovarsi su un altro pianeta.

Quando il cielo si specchia nel sale dopo la pioggia, realtà e riflesso si fondono in un’illusione perfetta.
È lì che capisci che la Bolivia non si visita: la Bolivia si vive.

La Bolivia è fatta di contrasti potenti.

Dopo il bianco del Salar e il blu del Titicaca, gli altipiani andini ci hanno accolto con i loro colori bruciati dal sole, i vulcani all’orizzonte, i laghi colorati abitati da fenicotteri rosa, e i paesaggi lunari delle zone geotermiche.
Ogni sosta era una fotografia vivente, ogni respiro era carico dell’aria rarefatta dell’alta quota… ma anche della libertà più pura.

Tra le città, Sucre mi ha rapito con la sua eleganza coloniale, le facciate bianche e il ritmo lento. È una città che ti accoglie con il sorriso e ti racconta storie con i suoi mercati, le sue piazze, i musei pieni di memoria viva.
La Paz, invece, è un vortice colorato, caotico e magico. 

Un intreccio di funivie, voci, profumi, artigianato e folklore. Una città dove la modernità e l’antico convivono senza scontrarsi, dove ogni strada è una scoperta.

Un ringraziamento speciale va all’organizzazione di Tour 2000: guide esperte, itinerari ben costruiti, attenzione ai dettagli e una capacità rara di farci vivere la Bolivia vera, senza filtri. Non ci siamo mai sentiti semplici turisti, ma viaggiatori accolti in un mondo lontano e affascinante.

Questo viaggio in Bolivia non è stato solo un “andare”, ma un ritorno a qualcosa di profondo. È un Paese che ti sorprende, ti sfida, ti emoziona. Un luogo che ti cambia.
Se mi chiedessero di descrivere la Bolivia in una parola, direi: "inesprimibile".
Perché la Bolivia non si racconta, si vive.